Quando l’arte respira, accade qualcosa di vero.
Le mie opere nascono lontano dai vincoli commerciali, guidate solo dalla voglia di sperimentare e dal piacere puro di creare.
Uso materiali e tecniche non convenzionali, spesso imprevedibili, in un processo continuo che arricchisce, e a volte stravolge, il mio linguaggio visivo. Quella che inizia come una ricerca personale, senza scopi di mercato, finisce spesso per diventare qualcosa di utile: soluzioni visive uniche, pensate per chi vede nell’arte non solo un oggetto, ma un’esperienza capace di trasformare spazi ed emozioni. Ogni pezzo è frutto di intuizione, tentativi, errori, scoperte. Unico, come lo spazio in cui va a vivere. Autentico, come chi lo sceglie.

Opere tra digitale e materia
Queste opere nascono da un processo che unisce grafica 3D, stampa sostenibile e intervento manuale. Progettate digitalmente con software di modellazione, vengono stampate in PLA, una plastica biodegradabile e riciclabile al 100%. Dalla tecnologia si passa poi alla mano: ogni pezzo viene rifinito e colorato manualmente con acrilici, e in alcuni casi arricchito con applicazioni in foglia d’oro, che ne esaltano unicità e presenza fisica. Il risultato è un ibrido: un oggetto che nasce nel digitale ma vive nel mondo reale, con tutte le imperfezioni e i dettagli che rendono ogni opera diversa dall’altra.

Spazio libero
Una selezione delle mie illustrazioni ed elaborazioni nate al di fuori di qualsiasi commessa. Progetti personali, esperimenti visivi, idee che ho voluto seguire per il semplice gusto di farlo. Credo che la sperimentazione, quando non ha un cliente alle spalle, sia il modo più onesto per crescere, come autore, come professionista, e come osservatore curioso del mondo. Qui trovi alcune delle immagini che considero più interessanti: non per come sono state fatte, ma per dove mi hanno portato.

Una vecchia passione che scatta ancora
La fotografia è stata la mia prima grande passione. Anche se il mio percorso professionale mi ha portato altrove, ogni volta che posso torno a giocare con la luce, senza pressioni, solo per il piacere di osservare, comporre, catturare. Non è più il centro del mio lavoro, ma resta una parte viva del mio sguardo. E ogni tanto, torna a farsi sentire.